Riflessi estranei

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Progetto 1 incisioni

Questi lavori sono nati come un tentativo di fare un passo indietro per tornare alle origini, origini fatte di terra e di persone, origini delle quali ho sentito il richiamo per ritrovare ciò che ha formato e con­tinua a formare la mia identità. Sono partita da frammenti di vita altrui, da fotografie di famiglia, che parlano di una vita in cui ancora non esistevo, ma che rimandano, allo stesso tempo, a un universo di relazioni a me familiare.

Attraverso un processo di selezione e semplificazione ho emulato il lavoro della memoria. Ho cercato di immedesimarmi in quelle atmosfere, in quei ricordi assenti dalla mia memoria, per appropriarmene e restituirne una storia nuova. La mia storia.

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Progetto 1 dipinti

Questi lavori sono nati come un tentativo di fare un passo indietro per tornare alle origini, origini fatte di terra e di persone, origini delle quali ho sentito il richiamo per ritrovare ciò che ha formato e con­tinua a formare la mia identità. Sono partita da frammenti di vita altrui, da fotografie di famiglia, che parlano di una vita in cui ancora non esistevo, ma che rimandano, allo stesso tempo, a un universo di relazioni a me familiare.

Attraverso un processo di selezione e semplificazione ho emulato il lavoro della memoria. Ho cercato di immedesimarmi in quelle atmosfere, in quei ricordi assenti dalla mia memoria, per appropriarmene e restituirne una storia nuova. La mia storia.

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Progetto 2 pittura

Si dice che sia la memoria a definire la nostra identità, personale e collettiva. Ma che succede agli avvenimenti che vengono relegati nelle zone d’ombra della nostra storia? Ammutoliti dal velo della dimenticanza, rischiano di restituirci una visione incompleta e distorta del mondo e, di conseguenza, di noi stessi.

È con questa consapevolezza che ho deciso di indagare, attraverso la pittura, alcune di quelle zone d’ombra, di quei silenzi che non vogliamo ascoltare. Perché noi siamo, nostro malgrado, anche quei silenzi. E quei silenzi meritano di riappropriarsi della loro dignità. Poiché la dimenticanza è disumanità, il non saper più guardare è disumanità, l’incapacità di percepire ciò che succede intorno a noi, ma anche un po’ più in là, è disumanità. Dobbiamo riprendere coscienza di tutte le nostre parti per tornare umani.

Genocidio:

“Grave crimine, di cui possono rendersi colpevoli singoli individui oppure organismi statali, consistente nella metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta attraverso lo sterminio degli individui, la dissociazione e dispersione dei gruppi familiari, l’imposizione della sterilizzazione e della prevenzione delle nascite, lo scardinamento di tutte le istituzioni sociali, politiche, religiose, culturali, la distruzione di monumenti storici e di documenti d’archivio, ecc.”

(Enciclopedia Treccani)

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Progetto 2 incisioni

Si dice che sia la memoria a definire la nostra identità, personale e collettiva. Ma che succede agli avvenimenti che vengono relegati nelle zone d’ombra della nostra storia? Ammutoliti dal velo della dimenticanza, rischiano di restituirci una visione incompleta e distorta del mondo e, di conseguenza, di noi stessi.

È con questa consapevolezza che ho deciso di indagare, attraverso la pittura, alcune di quelle zone d’ombra, di quei silenzi che non vogliamo ascoltare. Perché noi siamo, nostro malgrado, anche quei silenzi. E quei silenzi meritano di riappropriarsi della loro dignità. Poiché la dimenticanza è disumanità, il non saper più guardare è disumanità, l’incapacità di percepire ciò che succede intorno a noi, ma anche un po’ più in là, è disumanità. Dobbiamo riprendere coscienza di tutte le nostre parti per tornare umani.

Genocidio:

“Grave crimine, di cui possono rendersi colpevoli singoli individui oppure organismi statali, consistente nella metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta attraverso lo sterminio degli individui, la dissociazione e dispersione dei gruppi familiari, l’imposizione della sterilizzazione e della prevenzione delle nascite, lo scardinamento di tutte le istituzioni sociali, politiche, religiose, culturali, la distruzione di monumenti storici e di documenti d’archivio, ecc.”

(Enciclopedia Treccani)

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